N/R Laura Bassi: una nuova infrastruttura per esplorare i mari polari OGS acquista la rompighiaccio “Ernest Shackleton”

La ricerca polare oggi riceve a livello globale una sempre maggiore attenzione vista l’importanza di Artico e Antartico nelle dinamiche climatiche, la crescente pressione antropica e la conseguente necessità di conservare e proteggere tali aree. Il generale aumento della temperatura atmosferica e marina e il conseguente progressivo scioglimento dei ghiacci polari, ha una forte influenza sulla circolazione oceanica globale attraverso tutta una serie di meccanismi ad essa legati. Le calotte glaciali dell’Antartide e della Groenlandia in Artico controllano il livello del mare globale. Pertanto il futuro delle popolazioni costiere di tutto il pianeta dipende anche dalla capacità del mondo della ricerca di capire e predire i meccanismi di reazione delle calotte glaciali al cambiamento climatico in atto. 

 

Da oggi anche l’Italia ha una nave per esplorare le aree polari grazie all’acquisto da parte dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale – OGS della nave rompighiaccio “Ernest Shackleton”, che verrà ribattezzata N/R Laura Bassi.  

 

“Quando completeremo l’imbandieramento italiano la nave si chiamerà - come deciso d’intesa con il MIUR e suggerito dal Capo del Dipartimento per la formazione superiore e per la ricerca Giuseppe Valditara - Laura Bassi, in onore della scienziata italiana che nel diciottesimo secolo divenne la prima donna al mondo ad ottenere una cattedra universitaria” spiega Maria Cristina Pedicchio, presidente di OGS. 

 

Grazie ad un finanziamento ricevuto dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca – MIUR , OGS ha potuto acquistare questa importante infrastruttura, fondamentale per la ricerca scientifica nazionale. La gestione operativa e scientifica sarà consentita da un accordo tra OGS, CNR ed ENEA, che riconoscendo il valore strategico, sia in termini di capacità logistiche/operative che di opportunità di ricerca per la comunità scientifica polare italiana, si impegnano a garantire un coordinamento per ottenere il più efficace utilizzo delle risorse economiche, strumentali e di competenze scientifiche e logistiche nell’ambito delle attività del Programma Nazionale per le Ricerche in Antartide (PNRA) e del Programma di Ricerche in Artico (PRA).

 

La N/R Laura Bassi diventa oggi l’unica nave italiana per la ricerca oceanografica in grado di operare in mari polari, sia in Antartide sia in Artico. È una nave rompighiaccio conforme alle nuove regole internazionali per l’accesso delle navi alle aree polari (il cosiddetto ‘Polar Code’). “La possibilità di questa nave di accedere alle aree di mare coperte da ghiaccio, cosa che in passato non era mai stata possibile con navi italiane. è stata un parametro importante nella nostra scelta” , dice Cosimo Solidoro, direttore della Sezione di ricerca di Oceanografia di OGS, “poiché offre una nuova straordinaria opportunità al sistema ricerca Italia di contribuire alla ricerca scientifica polare”. Ma anche i fatto di essere perfettamente idonea al supporto logistico della base italiana “Mario Zucchelli” nel Mare di Ross in Antartide è stato un fattore che determinante nella scelta, così come la possibilità di avere spazi ampi per laboratori e ricercatori e quindi la di supportare ricerche multidisciplinari. “La nave rappresenta quindi una prima e straordinaria opportunità per la ricerca italiana di inserirsi al pari delle maggiori potenze scientifiche mondiali nel panorama della ricerca scientifica polare” conclude Solidoro. 

 

La ricerca in aree polari è prioritaria per l’Italia, membro del Trattato Antartico e osservatore del Consiglio Artico, considerando anche la recente istituzione da parte del MIUR della Comitato Scientifico per l’Artico (CSA), ed è fondamentale per la conoscenza dei meccanismi che regolano l’ambiente globale, temi trattati dall’International Panel for Climate Change (IPCC) 2007 dal programma Europeo Horizon 2020 e dal suo successore Horizon-Europe.

 

“Le ricerche polari costituiscono un pilastro storico dell’attività di OGS, iniziate già nel 1971 con un rilievo sismico a riflessione offshore a bordo della nave rompighiaccio Harmony in un fiordo delle isole Svalbard per conto di AGIP” spiega Angelo Camerlenghi, direttore della Sezione di ricerca di Geofisica di OGS - “Dal 1988 la ricerca polare fa parte delle attività strategiche di OGS finalizzate alla comprensione della storia glaciale dell’Antartide e dell’Artico, della circolazione oceanica e le interazioni tra ecosistemi marini e presenza di ghiaccio marino, oltre che per ricostruire la struttura interna del ghiaccio continentale attraverso indagini geofisiche e monitorare i movimenti tettonici della Placca di Scozia e regioni circostanti.”

 

Le competenze di OGS, di tipo geologico, geofisico, oceanografico, biologico e logistico sono maturate durante le 13 campagne geofisiche in Antartide e nell’Artico con la nave da ricerca OGS Explora e partecipando a progetti di ricerca nazionali ed internazionali a bordo di altre navi oceanografiche. Di particolare rilevanza scientifica è stato il contributo di OGS alle attività di perforazione scientifica del margine continentale Antartico all’interno dell’International Ocean Discovery Program (IODP), partecipando alla definizione degli obiettivi dei programmi ANTOSTRAT, ACE e PAIS, coordinando la perforazione di due spedizioni e partecipando ad altre spedizioni. OGS gestisce dagli anni 90 la banca mondiale di dati sismici multicanale (Antarctic Seismic Data Library System, SDLS) in collaborazione con l’U.S. Geological Survey e gestisce la rete di stazioni sismologiche permanenti nella Penisola Antartica ed in Terra del Fuoco in collaborazione con l’Argentina. Collabora al recente programma di ricerca in Artico gestito dall’Istituto Idrografico della Marina Militare Italiana, è membro dell’Arctic ROOS (Arctic Regional Observing System) e proprio in Artico, al largo delle Isole Svalbard, mantiene attivi in collaborazione con CNR strumenti di misura a 1000 m di profondità per studiare le dinamiche di fondo e l’influenza della variabilità climatica ad esse associate.

 

La nave “Ernest Shackleton” è attualmente in Norvegia e, terminate le pratiche amministrative di cambio bandiera e nome, inizierà la navigazione per raggiungere il Mar Mediterraneo ed arrivare in Italia. Da qui poi partirà per le prime campagne polari previste per l’autunno inverno 2019.

 

17 maggio 2019

 

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